Che si sia suicidato oppure no non ha molta importanza in fondo, semplicemente mi mancherà. Mi mancherà il suo sorriso ironico, e mi mancheranno le sue canzoni, così essenziali, scarne, ma proprio per questo così urgenti, necessarie.
La sera di Natale la notizia della morte di Vic Chesnutt mi ha colpito, ma inizialmente non ho compreso quanto. Solo riguardando stasera le foto scattate al meraviglioso concerto milanese della primavera scorsa, vedendolo di nuovo abbarbicato sulla sedia a rotelle, così piccolo, fragile, ma al contempo cosi enorme, tanto da rendere invisibile il suo handicap appena iniziava a suonare la chitarra e a cantare, ho capito.
E ripensando alla cover intensa, struggente di "Everybody hurts" con cui aveva chiuso la serata mi ritrovo a piangere, un pianto improvviso, sfrenato e silenzioso, perché le parole non possono colmare il vuoto.
Grazie di tutto, Vic, mi mancherai.