Giovedì sera al Magnolia ho visto al Magnolia di Milano il live degli Animal collective, band di Baltimora, della quale mi ero innamorato con il pop deviato di "Feels" album di un paio d'anni fa, nonché con il bel disco solista "Person pitch" di Panda Bear.
Il concerto è stato un po' straniante, visto che hanno proposto soprattutto materiale del nuovo disco, o che comunque non conoscevo, però mi sono divertito; non so perché, ma credo che la musica del collettivo americano resterà anche nei prossimi anni, nonostante non sia proprio di immediata assimilazione, unione di cose disparate e all'apparenza inconciliabili: un frullatore in cui sono infilati i Beach boys, i Flaming lips più folli, la new wave anni ottanta oltre ad elettronica in dosi massicce, e a chissà quant'altro, con le voci trattate come se a cantare fosse Alvin & the chipmunks sotto pesante dase di acidi (ve lo ricordate quel cartone animato anni ottanta con i tre insopportabili castori canterini? - a proposito è in arrivo il film, e non so se sia una buona notizia).
* per curiosità andate a vedervi la home page del loro sito (c'è solo quella, dato che il sito stesso è in costruzione)
domenica 29 luglio 2007
lunedì 23 luglio 2007
10 anni e non sentirli (lui, non io)
Grazie alla segnalazione di Cabal nella sua rubrica Creative Kicks sono arrivato a questo disco tributo ad OK Computer dei Radiohead, inciso in occasione del decennale dell'uscita dell'album di Thom Yorke e soci da alcuni artisti indie americani per il blog Stereogum. Lo trovate in questa pagina e contiene alcune versioni assolutamente non banali, anche se l'originale ovviamente resta irraggiungibile.
Sembra ieri e invece pensare che siano passati già dieci anni mi fa sentire un po' vecchio, io che allora stavo preparando la maturità, Karma police era la canzone più bella del mondo e la colonna sonora dei miei esami era composta quasi esclusivamente da Radiohead e Grant Lee Buffalo.
Marissa Nadler feat. Black Hole Infinity - No Surprises.mp3
John Vanderslice - Karma Police.mp3
Sembra ieri e invece pensare che siano passati già dieci anni mi fa sentire un po' vecchio, io che allora stavo preparando la maturità, Karma police era la canzone più bella del mondo e la colonna sonora dei miei esami era composta quasi esclusivamente da Radiohead e Grant Lee Buffalo.
Marissa Nadler feat. Black Hole Infinity - No Surprises.mp3
John Vanderslice - Karma Police.mp3
domenica 22 luglio 2007
Lasciate ogni speranza voi che entrate
Che i miei nuovi coinquilini non fossero dei virtuosi in cucina me ne ero accorto fin da subito, non era difficile d'altronde: chi utilizza solo il forno a microonde, chi si limita a farsi una pasta con qualche sugo pronto e chi addirittura condisce pasta o riso semplicemente buttandoci dentro a freddo sottaceti, sottolio, o qualsiasi altra cosa gli venga in mente.
Nulla però mi aveva preparato ad una pasta aglio olio e peperoncino con dell'ottimo olio di semi di girasole d'annata.
Nulla però mi aveva preparato ad una pasta aglio olio e peperoncino con dell'ottimo olio di semi di girasole d'annata.
lunedì 9 luglio 2007
I Migranti
di Derek Walcott
L'onda della marea dei rifugiati, non un semplice passo di oche
selvatiche, gli occhi di carbone nei vagoni merci, le facce
smunte, e in particolare lo sguardo fisso dei bambini
emaciati, gli enormi fardelli che traversano i ponti, gli assali
che cricchiano con un suono di giunture e di ossa, la macchia scura
che passa le frontiere sulle carte geografiche e ne dissolve le forme,
come succede ai corpi dei morti dentro le fosse di calce, o come
fa il pacciame luccicante che si disfa sotto i piedi in autunno nel fango, mentre il fumo di un
cipresso segnala Sachsenhausen...
e quelli che non stanno sopra il treno, che non hanno
muli o cavalli,
quelli che hanno messo la sedia a dondolo e la macchina
per cucire
sul carretto a mano perché da tempo le bestie
hanno lasciato i loro campi al galoppo per tornare alla mitologia
del perdono,
alle campane di pietra sui ciottoli della domenica
e al cono
della guglia del campanile aranciato che buca
le nubi sopra i tigli,
quelli che appoggiano la mano stanca sulla sponda
del carro
come sul fianco del mulo, le donne con la faccia di selce
e gli zigomi di vetro, con gli occhi velati di ghiaccio
che hanno
il colore degli stagni dove posano le anitre,
e per le quali
c'è un solo cielo e una sola stagione
nel corso di un anno
ed è quando il corvo come un ombrello rotto sbatte le ali,
si sono tutti ridotti alla comune e incredibile lingua
della memoria, e questa gente che non ha una casa e nemmeno
una provincia parla delle fonti limpide e parla delle mele,
e del suono del latte in estate dentro le zangole piene,
e tu da dove vieni, da quale regione, io conosco
quel lago e anche le locande, la birra che si beve,
e quelle sono le montagne dove riponevo la mia fede,
ma adesso sulla carta, che è simile a un mostro, altro non si vede
che una rotta che ci porta verso il Nulla, anche se sul retro
c'è la veduta di un posto che si chiama la Valle del Perdono,
dove il solo governo è quello dell'albero di pomi e le forze
schierate dell'esercito sono gli striscioni di orzo
all'interno di umili tenute, e questa è la visione
che a poco a poco si restringe dentro le pupille
di chi muore e di chi si abbandona in un fosso,
rigido e con la fronte che diventa fredda e grigia come le nuvole
che, quando il sole si leva, si trasformano subito in cenere
sotto i pioppi e sopra le palme, nell'ingannevole aurora
di questo nuovo secolo che è il vostro.
L'onda della marea dei rifugiati, non un semplice passo di oche
selvatiche, gli occhi di carbone nei vagoni merci, le facce
smunte, e in particolare lo sguardo fisso dei bambini
emaciati, gli enormi fardelli che traversano i ponti, gli assali
che cricchiano con un suono di giunture e di ossa, la macchia scura
che passa le frontiere sulle carte geografiche e ne dissolve le forme,
come succede ai corpi dei morti dentro le fosse di calce, o come
fa il pacciame luccicante che si disfa sotto i piedi in autunno nel fango, mentre il fumo di un
cipresso segnala Sachsenhausen...
e quelli che non stanno sopra il treno, che non hanno
muli o cavalli,
quelli che hanno messo la sedia a dondolo e la macchina
per cucire
sul carretto a mano perché da tempo le bestie
hanno lasciato i loro campi al galoppo per tornare alla mitologia
del perdono,
alle campane di pietra sui ciottoli della domenica
e al cono
della guglia del campanile aranciato che buca
le nubi sopra i tigli,
quelli che appoggiano la mano stanca sulla sponda
del carro
come sul fianco del mulo, le donne con la faccia di selce
e gli zigomi di vetro, con gli occhi velati di ghiaccio
che hanno
il colore degli stagni dove posano le anitre,
e per le quali
c'è un solo cielo e una sola stagione
nel corso di un anno
ed è quando il corvo come un ombrello rotto sbatte le ali,
si sono tutti ridotti alla comune e incredibile lingua
della memoria, e questa gente che non ha una casa e nemmeno
una provincia parla delle fonti limpide e parla delle mele,
e del suono del latte in estate dentro le zangole piene,
e tu da dove vieni, da quale regione, io conosco
quel lago e anche le locande, la birra che si beve,
e quelle sono le montagne dove riponevo la mia fede,
ma adesso sulla carta, che è simile a un mostro, altro non si vede
che una rotta che ci porta verso il Nulla, anche se sul retro
c'è la veduta di un posto che si chiama la Valle del Perdono,
dove il solo governo è quello dell'albero di pomi e le forze
schierate dell'esercito sono gli striscioni di orzo
all'interno di umili tenute, e questa è la visione
che a poco a poco si restringe dentro le pupille
di chi muore e di chi si abbandona in un fosso,
rigido e con la fronte che diventa fredda e grigia come le nuvole
che, quando il sole si leva, si trasformano subito in cenere
sotto i pioppi e sopra le palme, nell'ingannevole aurora
di questo nuovo secolo che è il vostro.
domenica 8 luglio 2007
La classe non è acqua
Ieri pomeriggio stavo guardando distrattamente la televisione quando un servizio ha destato la mia attenzione: si parlava delle morti violente nel mondo del rock, o perlomeno della solita aneddotica riguardante le più celebri, dalle overdosi di Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison ai suicidi di Cobain e Ian Curtis dei Joy Division. Certo che la simpatica e briosa giornalista, perché era simpatica e briosa sul serio, da farti venire voglia di prenderla ripetutamente a mazzate sui denti, avrebbe potuto evitare di dire che "la verità sulla fine di Brian Jones non è ancora venuta a galla", che per uno è affogato in piscina, probabilmente ammazzato, suona un poco beffardo.
domenica 1 luglio 2007
Nella vecchia fattoria
Foto di William Eggleston
... e se mancano le paperelle non inquietatevi: è solo che sono andate tutte in vacanza in Terra d'Albione, e ci hanno pure impiegato parecchio tempo ad arrivare.
Altro che Festivalbar!
Foto di Mario Alemi
Ho sentito casualmente un paio di volte questa canzone a Radio Popolare e mi è entrata in testa di soppiatto, in modo subdolo, senza che avesse oltretutto la minima intenzione di fare le valigie e sloggiare prima o poi, così mi sono rassegnato a fargli un po' di posto, mi sono informato su chi fosse l'autore e me la sono quindi cercata in rete.
E' senz'ombra di dubbio il mio tormentone personale di inizio estate e se avrete la malaugurata idea di ascoltarla non stupitevi se vi ritroverete a canticchiare con un sorriso beato nel momento meno opportuno: "Quando io mi alzo la mattina presto sento nella testa solo un lalala..."
Marcho's - Mal di testa.mp3
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