domenica 13 gennaio 2008
domenica 6 gennaio 2008
Elogio delle panchine pubbliche
Sulle panchine pubbliche puoi sedere e guardare la notte che scende placida sul lago.
Sulle panchine pubbliche puoi ascoltare il rumore del mare che si perde sulla battigia.
Sulle panchine pubbliche puoi abbracciare e baciare teneramente la tua amata.
Sulle panchine pubbliche di un parco puoi trovare ristoro dalla calura estiva.
Sulle panchine pubbliche puoi prendere il sole.
Sulle panchine pubbliche puoi goderti quella bella giornata primaverile, con la brezza che ti solletica la faccia.
Sulle panchine pubbliche puoi leggere un libro o il giornale.
Sulle panchine pubbliche puoi estraniarti dal mondo esterno.
Sulle panchine pubbliche puoi osservare il mondo che ti circonda, i bambini che giocano nella sabbia, le mamme che parlano fitto fitto tra loro, i vecchi che riposano.
Sulle panchine pubbliche si può mangiare in santa pace, magari bevendo una birra gelata.
Sulle panchine pubbliche scopri che la neve sulla città silente è meravigliosa.
Le panchine pubbliche sono di tutti e su di esse si possono fare talmente tante cose che non si riuscirebbe a pensarle tutte neppure se si volesse.
Le panchine sono bellissime.
Gli idioti le panchine pubbliche le segano.
Io non so molto, ma so che è bene diffidare degli idioti.
Le panchine pubbliche per me sono simboli di accoglienza, isole di resistenza nei confronti del liberismo più sfacciato e ignorante, anzi nei confronti dell'ignoranza in generale. E quindi viva chi le ama e le difende, anche con blog, fotolog e siti internet a loro dedicati.
Bancs publics
Apologie du bancs publics
Public Bench on Flickr
Sulle panchine pubbliche puoi ascoltare il rumore del mare che si perde sulla battigia.
Sulle panchine pubbliche puoi abbracciare e baciare teneramente la tua amata.
Sulle panchine pubbliche di un parco puoi trovare ristoro dalla calura estiva.
Sulle panchine pubbliche puoi prendere il sole.
Sulle panchine pubbliche puoi goderti quella bella giornata primaverile, con la brezza che ti solletica la faccia.
Sulle panchine pubbliche puoi leggere un libro o il giornale.
Sulle panchine pubbliche puoi estraniarti dal mondo esterno.
Sulle panchine pubbliche puoi osservare il mondo che ti circonda, i bambini che giocano nella sabbia, le mamme che parlano fitto fitto tra loro, i vecchi che riposano.
Sulle panchine pubbliche si può mangiare in santa pace, magari bevendo una birra gelata.
Sulle panchine pubbliche scopri che la neve sulla città silente è meravigliosa.
Le panchine pubbliche sono di tutti e su di esse si possono fare talmente tante cose che non si riuscirebbe a pensarle tutte neppure se si volesse.
Le panchine sono bellissime.
Gli idioti le panchine pubbliche le segano.
Io non so molto, ma so che è bene diffidare degli idioti.
Le panchine pubbliche per me sono simboli di accoglienza, isole di resistenza nei confronti del liberismo più sfacciato e ignorante, anzi nei confronti dell'ignoranza in generale. E quindi viva chi le ama e le difende, anche con blog, fotolog e siti internet a loro dedicati.
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sabato 5 gennaio 2008
martedì 1 gennaio 2008
Nani bastardi
In questo pomeriggio io sto navigando distrattamente per la rete senza particolare meta.
In questo pomeriggio una banda di nanetti bastardi, percussionisti e perdipiù incapaci, sta suonando furiosamente dei tamburi nell'attico che sta dietro la mia fronte. Li sfratterei volentieri, però il nano portavoce (ogni nano ha un ruolo, è risputo, come anche per i puffi) mi ha mostrato un contratto siglato inconsapevolmente da me ieri sera, probabilmente a causa dell'ingente quantità di alcool ingurgitata, in cui si dice che ho affittato loro il suddetto attico almeno fino a stasera. E speriamo non oltre.
In questo pomeriggio una banda di nanetti bastardi, percussionisti e perdipiù incapaci, sta suonando furiosamente dei tamburi nell'attico che sta dietro la mia fronte. Li sfratterei volentieri, però il nano portavoce (ogni nano ha un ruolo, è risputo, come anche per i puffi) mi ha mostrato un contratto siglato inconsapevolmente da me ieri sera, probabilmente a causa dell'ingente quantità di alcool ingurgitata, in cui si dice che ho affittato loro il suddetto attico almeno fino a stasera. E speriamo non oltre.
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