mercoledì 18 aprile 2007

Jet privati e clima

Il Live Earth è quell'evento messo in piedi da Al Gore per sensibilizzare il mondo, ovvero i paesi occidentali ricchi, sul surriscaldamento del clima e i rischi che corre l'ambiente, evento che consiste in una serie di concerti che si terranno il 7 luglio in svariate città del globo, con la partecipazione di moltissime star - e qua mi viene in mente il dado per cucinare - internazionali della musica e dello spettacolo.
La causa è certamente meritevole e probabilmente molti artisti partecipranno con convinzione e con la più assoluta sincerità, però di fronte a questi baracconi mi sorgono spontanee alcune domande, in particolare sulla loro utilità, perché poi io - sarò anche cinico - penso che la maggior parte della gente che andrà a vedere o seguirà sui media i concerti se ne strafreghi dell'ambiente e del suo deterioramento, o almeno lo faccia per 364 giorni all'anno, per poi al massimo il giorno del Live Earth sentirsi fiero di essere impegnato in questa battaglia per la salvezza della Terra, saenza sapere neppure lontanamente di cosa si tratti. Però lo dice Bono, e lui deve avere ragione, lui che dà del tu ai potenti, che è bellobravoimpegnatoenonsenefregacomeinvecepotrebbe.
E non ci pensa il povero beota che alla fin fine si riduca tutto ad una grossa trovata pubblicitaria a costo pressoché nullo, in cui delle persone che ancora un po' consumano e inquinano da sole come un quartiere di Milano, vengono fatti passare per dei paladini dell'ecologismo e dell'impegno sociale; un po' come se Pol Pot fosse stato insignito del Nobel per la Pace (è anche vero che l'hanno dato pure a Kissinger...).
Di questa discrasia ha parlato Matt Bellamy dei Muse in un'intervista, motivando così il rifiuto della sua band ad aderire all'iniziativa, in particolare sostenendo che è quantomeno ipocrita sostenere la causa in questione e poi, come faranno molti dei partecipanti, noleggiare costosi jet privati per raggiungere i luoghi dei concerti.
Queste le sue parole precise:
"Private jets for climate change, not sure about it that seems to be a bit on edge - really that's an issue really, so we need to think about it!"
Il riferimento nemmeno troppo velato era sempre a quel vecchio trombone di Bono, che per la massa resta il cantante famoso che si sbatte per le cause più nobili, però è pure quello che l'anno scorso ha noleggiato un aereo per farsi portare da Londra in Italia... un cappello che aveva dimenticato.
Non è un refuso, ho scritto cappello. E' un po' come se io domani mi facessi portare al lavoro - un viaggio di 40 km suppergiù - con un camion autoarticolato un chewing-gum che ho dimenticato sul tavolo di casa prima di uscire.
E poi, per concludere, che cazzo mi rappresenta un cialtrone paffutello come Elton John, che oltretutto non scrive una canzone decente da prima che nascessi io, ed erano i tardi anni settanta, quando mi dice che "odia la povertà", lui che è capace di spendere in fiori oltre 100.000 sterline in un giorno?

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