Non so se sapete chi sia Paul Haggis, comunque credo basti dire che questo canadese dell'Ontario è stato nominato due volte all'Oscar, non che questo sia sempre e necessariamente significativo, ma lo è quando i riconoscimenti sono per la sceneggiatura di "Million dollar baby" (2004) e "Crash" (2005), di cui è stato anche regista.
Tra gli altri suoi meriti vi è quello di essere l'ideatore di "Due south" (grossomodo dovrebbe tradursi con "Direzione sud"), una delle mie serie televisive preferite: se qualcuno se la ricorda è quella in cui i protagonisti sono un poliziotto scafato di Chicago e una improbabile giubba rossa canadese, dai modi più simili a quelli di un lord inglese che a quelli di uno sbirro (che è una parola che detta nei film fa tanto figo quanto è ridicola nella vita reale), distaccata al consolato della Windy City, in cui si fondevano perfettamente ironia e azione, sfruttando proprio la contrapposizine tra i due caratteri principali.
In Italia non è andata molto (qualche passaggio su Mediaset in orari imprecisati con un titolo tanto banale che da solo ti farebbe passare la voglia di guardarla - "2 poliziotti a Chicago" - anche se ho visto ieriverso mezzogiorno che La7 la sta riproponendo, e pure col suo nome originale!), mentre io ricordo gloriose domeniche pomeriggio in cui la guardavo sulla televisione svizzera (i cui titolisti riuscirono incredibilmente a partorire un ancora più orribile "2 dritti a Chicago" come traduzione).
Ebbene a cosa è dovuto il mio sconcerto? Ma al fatto che Haggis è pure l'ideatore di Walker Texas Ranger, non sceneggiatore di qualche puntata, proprio il creatore, colui che ha plasmato il personaggio che Chuck Norris ha regalato all'Olimpo dell'immortalità con le sue interpretazioni sofferte e significative, l'incarnazione dell'uomo che non deve chiedere mai, come voleva una pubblicità dei tardi anni ottanta, e se proprio è costretto a farlo, prima ti tira un doppio calcio volante per farti capire che la risposta non deve contrariarlo, o è peggio per te.
Ebbene: da questo momento il mio motto sarà: "LUNGA VITA A CHUCK", essì, lo chiamerò Chuck, proprio come un vecchio amico, d'altra parte chi lo vorrebbe come nemico?
Nessun commento:
Posta un commento