domenica 31 dicembre 2006
sabato 30 dicembre 2006
Crash test dummies
Ieri mattina, mentre mi recavo al lavoro, sono passato sul luogo in cui era appena accaduto un incidente. Mi sono ritrovato per qualche minuto in coda mentre in fondo al rettilineo, a poche centinaia di metri, dei lampeggianti annunciavano che non si trattava di un semplice rallentamento per lavori.
Passando vicino alle auto ho avuto un sussulto: la parte anteriore di entrambe non esisteva più, era un insieme informe di lamiere contorte. Un'inquietudine ha cominciato ad insinuarsi, ho pensato: "E se ci fossi stato io?". E che in fondo sono fortunato, anche se in questo periodo sto un po' di merda e il mio umore è sempre sull'ottovolante tra tristezza, allegria, insofferenza e chissà che altro. E che è per questo che ho avuto e ho paura, che da quel momento sto male, ho i brividi e continuano a venirmi in mente le persone coinvolte, che pure non conosco e delle quali so solo che una donna è in coma.
Volevo scriverne ieri ma non ce l'ho fatta.
Chissà se anche i manichini dei crash test hanno crisi di panico prima dell'impatto?
Passando vicino alle auto ho avuto un sussulto: la parte anteriore di entrambe non esisteva più, era un insieme informe di lamiere contorte. Un'inquietudine ha cominciato ad insinuarsi, ho pensato: "E se ci fossi stato io?". E che in fondo sono fortunato, anche se in questo periodo sto un po' di merda e il mio umore è sempre sull'ottovolante tra tristezza, allegria, insofferenza e chissà che altro. E che è per questo che ho avuto e ho paura, che da quel momento sto male, ho i brividi e continuano a venirmi in mente le persone coinvolte, che pure non conosco e delle quali so solo che una donna è in coma.
Volevo scriverne ieri ma non ce l'ho fatta.
Chissà se anche i manichini dei crash test hanno crisi di panico prima dell'impatto?
giovedì 28 dicembre 2006
mercoledì 27 dicembre 2006
101 cose da evitare ad un funerale
di Daniele Luttazzi
- avvicinarsi alla bara, e mettersi a fare paragoni fra la lunghezza del proprio organo sessuale e quello del defunto
- seguire il corteo funebre su pattini rollerblade ascoltando le colonne sonore dei film di 007 col walkman.
- commettere atti impuri con le ceneri della salma, e un pinguino
- appiccare il fuoco ai capelli del defunto, e approfittarne per cucinarvi sopra degli spiedini.
- porgere le condoglianze alla vedova servendosi di un pupazzo da ventriloquo
- fingere di rimanere con un dito incastrato fra le mani del defunto
- sparare al cadavere secondo le diverse traiettorie per verificare tutte le teorie possibili sull'omicidio Kennedy
- sollevare il coperchio della bara, e buttarci il sacchetto della spazzatura
- presentarsi indossando una maschera di plastica con le fattezze del defunto
- comprare un pennarello fosforescente a punta grossa, avvicinarsi al morto, e disegnargli in fronte un uccello
- far notare che il cadavere è rigido come un canguro, e se nessuno vi crede, esibire un canguro
- colmare la bara di Smarties
- ingaggiare con il cadavere una battaglia a colpi di asciugamano arrotolato
- mandare a monte la cerimonia funebre con una bomba all'idrogeno
- in segno di omaggio, mettersi a fare braccio di ferro con la salma, e fingere di perdere
- tagliare le unghie al cadavere per migliorare la composizione del vostro Muesli mattutino
- strofinare con vigore un pettine, e poi far rizzare i capelli del defunto con l'elettricità statica
- vestire il cadavere da Zorro
- se la defunta è una ex-compagna di liceo che una volta via aveva detto di no, sussurrarle: "Sei libera stasera?" e poi scoppiare a ridere come una jena
- immaginare il morto dentro una bara jacuzzi
- rimpicciolirgli la testa col voodoo
- ideare un nuovo cocktail in onore del defunto: il martini requiem, un bicchiere di martini con dentro la sua dentiera
- far pagare il biglietto per leccare il cadavere
- presentarvi vestiti come la Morte ne il settimo sigillo
- piegare le ginocchia del cadavere con la forza del pensiero
- un attimo prima che la bara venga chiusa, da-daaa!, far uscire un'avvenente spogliarellista dalla pancia del defunto
- sottoporre il cadavere ad analisi freudiana
- intervenire chirurgicamente sul defunto per dotarlo di 2 nasi, uno dei quali gonfiabile
- consolare il marito della defunta ricordandogli che in fondo anche lei, come ogni altro essere umano, era composta per l'80% di acqua
- cospargere il morto di merda, in modo da rendergli più gradevole l'alito
- uccidere chi applaude al passaggio della bara (ops, scusate. Questa è una delle 101 cose da fare)
- accostarsi alla comunione mimando la camminata zoppa dell'estinto
- far squillare il telfono cellulare nella camera ardente, rispondere, poi passarlo al cadavere dicendo : "è per te"
- regalare ai convenuti biglietti per un ingresso omaggio al Museo del Biscotto Magnetico
- incidere sulla bara un cuore trafitto da una freccia con dentro le vostre iniziali e quelle della persona che amate
- usare il polso del defunto per testare campioni di profumo
- se la persona è morta di tumore, avvicinarsi al coniuge, e quando questi comincia a dire : "Non c'era più niente da fare, cobalto, chemioterapia, le abbiamo provate tutte", chiedere: "anche le pastiglie Valda?"
- stuprare la figlia dodicenne del defunto: mentalmente
- approfittare delle mascelle del defunto per schiacciarsi qualche noce
- fare le condoglianze al fratello gemello del defunto chiamandolo col nome del defunto
- ripararsi dal freddo all'interno del cadavere ancora caldo
- liberare un chilo di pulci nella camera ardente
- elettrificare il cadavere, dotargli il naso di un campanello luminoso, e giocare con gli amici all'Allegro Chirurgo
- sedersi all'organo, e sottolineare i momenti più ticcanti della cerimonia funebre demolendo Obladì Obladà
- se il defunto non è del tutto morto, leggergli un libro di Francesco Alberoni
- se Alberoni non funziona, una puntata di OK il prezzo è giusto
- aggiungere alla salma cubetti di ghiaccio, con una fettina di limone sul bordo della bara
- approfittare dell'avambraccio del defunto per un round di fist-fuckin'
- affittare il cadavere al regista di Mary Poppins 2
- strofinare le scarpe di gomma su una moquette prima di stringere la mano della vedova, dandole così una bella scossa
- gettare una pallina da golf sopra il cadavere, e poi pretendere di eseguire il colpo successivo senza spostare la pallina, come da regolamento internazionale
- consolare la figlia del defunto dicendole: "se non altro, le emorroidi di papà adesso non sono più un problema"
- chinarsi sul cadavere, e disegnargli gli occhi sulle palpebre chiuse
- fare giochi di prestigio, tipo mettere la mano dietro un orecchio del defunto, e cavarne un uovo
- bere con una cannuccia il liquido che si accumula sul fondo della bara
- truccare il cadavere come il protagonista del Rocky Horror Picture Show
- chiedere ad alta voce se, dopo il finerale , per caso qualcuno dei presenti può accompagnarvi al concero di Zucchero
- sniffare l'incenso fino a perdere conoscenza, o il controllo degli sfinteri, o entrambi
- simulare un minuto di raccoglimento acccanto alla salma , e di nascosto allacciargli le scarpe una all'altra
- guarnire il volto del defunto con rivoli di maionese contraccettiva
- convincere tutti che il defunto era diventato da qualche anno adepto di una religione africana secondo la quale il rito funebre deve comportare l'assunzione di LSD, e orge con invertebrati davanti a un poster di Elvis
- presentarsi vestito da Elvis
- praticare il parascensional trinati dall'auto funebre
- eseguire una lobotomia prefrontale al cadavere per conferirgli il quoziente intellettivo dell'autore di questo "libro"
- fingere di disintegrare il cadavere con una pistola spaziale a raggi delta
- in segno di lutto, da quel giorno indossare le stesse mutande per 66 anni d seguto
- mettere al collo della defunta un cartello con su scritto: PRENDIMI!
- entrare nella bara e chiedere al defunto : "che piano?"
- invece di fargli indossare il vestito, proiettate sul cadavere nudo diapositive ritanti di motivi a pois, stile Crazy Horse
- regalare ai figli del defunto un puzzle da 1500 pezzi ricavato da una gigantografia di papà
- rendere omaggio alla salma, quindi salutarla con uno schiocco di dita come Cesar Romero in Ocean's Eleven
- Accompagnare la sepoltura intonando uno Yodel
- realizzare nella camera ardente un servizio fotografico per Playman
- convincere tutti che il defunto, un tipo sensibile, aveva espresso piu volte il desiderio di essere caramellato
- offrirsi di curare personalmente la stampa dei manifesti funebri, e quando il tipografo chiede una foto della defunta da mettere sul manifesto, allungargli la Polaroid in cui lei si sta scopando Gordon, l'alano di famiglia
- adoperare le ceneri come polvere pruriginosa a carnevale
- arrivare con Claudia Schiffer, e farle scaccolare il cadavere
- asportare l'orecchio sinistro del defunto per completare la propria collezione
- fare una strage con una motosega e poi chiedere all'unico superstite: "fa caldo oggi, o io sono pazzo?"
- chiedere alla madre del defunto di farvi un pompino
- proporre un brindisi in ricordo del cambio di sesso del defunto
- partecipare alla funzione religiosa indossando le orecchie di Topolino
- dopo la cerimonia distribuire After Eight farciti di sperma
- applicare sulla bara un adesivo con su scritto: è RIGOR MORTIS, O SEI SOLO CONTENTO DI VEDERMI?
- far vegliare il feretro da una bionda nuda che scorreggia
- mettere all'asta il tumore al colon del defunto, e devolvere il ricavato in favore di un'industria bellica
- far trasportare la salma da una foca ammaestrata di nome Nancy
- Asportare il cervello del defunto, portarserlo a casa, mantenerlo in vita all'interno di una speciale soluzione elettrochimica, e ogni tanto adoperarlo per pulire il parabrezza della vostra Tipo
- Mostrare i dati di una ricerca scientifica secondo la quale da tutta la grafite contenua in un cadavere si potrebbe ricavare una racchetta di tennis di dimensioni quasi regolari
- farsi assumere dalla famiglia come designer del defunto, ed esporlo al pubblico sotto forma di 24 sacchetti di macinato
- abbrustolire i pantaloni della salma con il tostapane
- coinvolgere i presenti in una conga scatenata, e guidarli in fila verso un altro funerale
- mettere una barba posticcia al defunto per dimostrare a tutti che si tratta in realtà di Fidel Castro
- indossare un vestito blu con le scarpe marroni
- disturbare i partecipanti al servizio funebre riflettendo loro il sole sugli occhi con uno specchietto
- chiedere alla vedova: "le mie camicie sono pronte?"
- fare notare che insomma, sì, vi state divertendo, però Sammy Davis Jr. aveva Frank Sinatra, Dean Martin e Jerry Lewis al proprio funerale
- richiamare l'attenzione della vedova soffiando in un fischietto
- sollevare le palpebre del cadavere, e avere la sensazione che i suoi occhi vi seguano ovunque vi spostiate
- trasformare le proprie condoglianze in una imitazione di Groucho Marx
- mentre stanno calando la bara nella fossa, chiedere ad alta voce: "Ehi! Chi è che sta bussando?"
domenica 24 dicembre 2006
sabato 23 dicembre 2006
Volere sarebbe potere, se si puntasse la sveglia...
- Stamattina volevo andare a Milano, così... tanto per fare un giro.
- Mi sono svegliato a mezzogiorno e un quarto.
- Sono davanti al computer e non sono andato a Milano.
venerdì 22 dicembre 2006
giovedì 21 dicembre 2006
mercoledì 20 dicembre 2006
Grant Lee Buffalo: Fuzzy
Bring me home to this house of many days
Just lay me on the floor hard and cool as slate
You know I love it more and more than before I ran away
It triggers off so many hurts hurtful words and broken plates
I lied to
Now I'm fuzzy
I've been lied to
All and all the world is small enough for both of us
To meet upon the interstate waiting on a train
And just when those big arms lift up fall in love with no time to say it
I liked to
Now I'm fuzzy
I've lied to
Now I'm fuzzy
Fuzzy now
Oh oh oh
Here we are in our car driving down the street
We're looking for a place to stop have a bite to eat
We hunger for a bit of faith to replace the fear
We water like a dead bouquet does no good does it dear
I lied to
Now I'm fuzzy
We've been lied to
Now I'm fuzzy
Fuzzy now
Lied to
Just lay me on the floor hard and cool as slate
You know I love it more and more than before I ran away
It triggers off so many hurts hurtful words and broken plates
I lied to
Now I'm fuzzy
I've been lied to
All and all the world is small enough for both of us
To meet upon the interstate waiting on a train
And just when those big arms lift up fall in love with no time to say it
I liked to
Now I'm fuzzy
I've lied to
Now I'm fuzzy
Fuzzy now
Oh oh oh
Here we are in our car driving down the street
We're looking for a place to stop have a bite to eat
We hunger for a bit of faith to replace the fear
We water like a dead bouquet does no good does it dear
I lied to
Now I'm fuzzy
We've been lied to
Now I'm fuzzy
Fuzzy now
Lied to
I Grant Lee Buffalo sono sempre stati uno dei miei gruppi preferiti e in particolare questa canzone, tratta dal loro primo album, è una delle più belle.
Nei primi anni novanta hanno pubblicato due dischi straordinari di inquieto country-rock venato di psichedelia, glam ed elettricità, "Fuzzy" e "Mighty Joe Moon", e altri due più che dignitosi, "Copperopolis" e "Jubilee", prima di sciogliersi a fine decennio. Qualche significativa info su di loro la trovate qui (partendo dagli inizi come Shiva Burlesque fino al termine della loro parabola artistica), mentre questo è il sito del leader Grant Lee Phillips, ormai da qualche anno lanciato in una discreta carriera come songwriter, sospeso tra folk, rock ed elettronica minimale.
.
martedì 19 dicembre 2006
Il signor "Ma Certo"
A: Pronto, qui è la Banca Popolare di Sondrio.
B: Sì sono F... F..., mi potrebbe dire se hanno fatto un accredito sul mio conto?
A: Un attimo che guardo... un secondo... mi può ripetere il nome per favore?
B: F... F...
A: Guardi, io trovo censito nella nostra anagrafica un F... F..., però non risulta avere alcun rapporto con noi, è sicuro di avere chiamato il numero di telefono giusto?
B: MA CERTO! Che domande! Faccio sempre questo numero!
A: Bè, perché sa... io non lo trovo il conto.
B: Come non lo trova?
A: Non lo trovo, non mi risulta! E' sicuro che non sia magari sotto un'altra intestazione?
B: MA CERTO che sono sicuro.
A: Bè, comunque non c'è.
B: Non è possibile, chi è lei?
A: Come chi è lei! Piuttosto è sicuro che volesse chiamare noi e non invece il Credito Valtellinese?
B: MA CERTO! Vuole che non sappia dove ho il conto?
A: Sarà, però io non lo trovo...
B: Guarda... finiamola lì... passami la Cinzia!
A: Qui non c'è nessuna Cinzia, a dire il vero...
B: Come non c'è nessuna Cinzia, è andata via?
A: No, non c'è mai stata che io sappia.
B: Ah, bè allora passami l'altra collega, come si chiama...
A: Guardi che io colleghe donne non ne ho.
B: Per la miseria! Che storia è questa?
A: Glielo ripeto un'altra volta: è sicuro di non aver sbagliato banca? qui è la Popolare.
B: MA CERTO! Vuole che non sappia il numero del Credito Valtellinese?
A: Le ho appena ripetuto per la terza volta che qui è la Popolare.
B: Beh mah, io ho il conto al Credito Valtellinese.
A: Appunto, qui non è il Credito?
B: Ah... non è il Credito?
A: No!
B: Ah...
A: Eh, sì, già già.
B: Bè, allora arrivederci.
A: Arrivederci... e buone feste...
B: Sì sono F... F..., mi potrebbe dire se hanno fatto un accredito sul mio conto?
A: Un attimo che guardo... un secondo... mi può ripetere il nome per favore?
B: F... F...
A: Guardi, io trovo censito nella nostra anagrafica un F... F..., però non risulta avere alcun rapporto con noi, è sicuro di avere chiamato il numero di telefono giusto?
B: MA CERTO! Che domande! Faccio sempre questo numero!
A: Bè, perché sa... io non lo trovo il conto.
B: Come non lo trova?
A: Non lo trovo, non mi risulta! E' sicuro che non sia magari sotto un'altra intestazione?
B: MA CERTO che sono sicuro.
A: Bè, comunque non c'è.
B: Non è possibile, chi è lei?
A: Come chi è lei! Piuttosto è sicuro che volesse chiamare noi e non invece il Credito Valtellinese?
B: MA CERTO! Vuole che non sappia dove ho il conto?
A: Sarà, però io non lo trovo...
B: Guarda... finiamola lì... passami la Cinzia!
A: Qui non c'è nessuna Cinzia, a dire il vero...
B: Come non c'è nessuna Cinzia, è andata via?
A: No, non c'è mai stata che io sappia.
B: Ah, bè allora passami l'altra collega, come si chiama...
A: Guardi che io colleghe donne non ne ho.
B: Per la miseria! Che storia è questa?
A: Glielo ripeto un'altra volta: è sicuro di non aver sbagliato banca? qui è la Popolare.
B: MA CERTO! Vuole che non sappia il numero del Credito Valtellinese?
A: Le ho appena ripetuto per la terza volta che qui è la Popolare.
B: Beh mah, io ho il conto al Credito Valtellinese.
A: Appunto, qui non è il Credito?
B: Ah... non è il Credito?
A: No!
B: Ah...
A: Eh, sì, già già.
B: Bè, allora arrivederci.
A: Arrivederci... e buone feste...
"Il poliziotto tarchiatello" & the "A-Team" *
Stamattina entra in banca un poliziotto per fare un'operazione. Si mette a parlare col mio collega, che conosce, mentre io gli verso un'assegno in conto. E' anche abbastanza spigliato e simpatico, neppure troppo inquadrato, se non fosse che ad un certo punto gli suona il cellulare: ha la suoneria dell'A-Team, squillante, vagamente trionfalistica, ad un volume insostenibile.
Qui avviene il fattaccio: io non posso fare a meno di immaginarmi quest'ometto di mezza età, piccolino, e pure un po' sovrappeso, che si imbarca nelle più improbabili missioni del commando, e il brutto è che le fa fallire perché, e se lo vedeste in faccia anche voi concordereste con me, non può essere altrimenti. Uno pensa al colonnello Hannibal Smith, a Sberla, Murdock e soprattutto P.E. Baracus, che quando eri piccolo non potevano non apparirti come dei fighi spaventosi (che poi non sapevi neppure cosa fosse un figo, forse solo un errore grammaticale nello scrivere la parola fico, ovvero il frutto, che non può però essere spaventoso se non in un ipotetico b-movie su della frutta aliena e mutante, che vuole invadere la terra, che verrà ovviamente salvata dal mascellone di turno) e poi si trova davanti la visione del poliziotto tarchiatello, che oltretutto ha pure un nome che fa rima col cognome, un nome da film di Totò e Peppino (ed è lo stesso motivo per cui i Chips non mi piacevano: come può essere tuo idolo uno chiamato Ponciarello? in California poi?).
E mentre cercavo di non pensare a quello che non va nella mia vita attuale, pensavo a questo. E uno dei telefilm culto della mia infanzia andava in pezzi nella mia testa.
Mi si è sbriciolato un mito.
* Questo post è inevitabilmente segnato dalla necessità di Mr. Palomino di sfogare la sua cattiveria e acidità repressa in maniera gratuita e forse anche sgradevole su persone ignare e tutto sommato innocenti, ma di cui non gli interessa minimamente, onde evitare di farlo con altre persone (parola inopinatamente usata al plurale) su cui sarebbe meglio indirizzata, ma che forse non se la meriterebbero, o comunque alle quali Mr. Palomino tiene e con le quali non vuole quindi guastare ulteriormente un rapporto già fortemente incrinato.
Qui avviene il fattaccio: io non posso fare a meno di immaginarmi quest'ometto di mezza età, piccolino, e pure un po' sovrappeso, che si imbarca nelle più improbabili missioni del commando, e il brutto è che le fa fallire perché, e se lo vedeste in faccia anche voi concordereste con me, non può essere altrimenti. Uno pensa al colonnello Hannibal Smith, a Sberla, Murdock e soprattutto P.E. Baracus, che quando eri piccolo non potevano non apparirti come dei fighi spaventosi (che poi non sapevi neppure cosa fosse un figo, forse solo un errore grammaticale nello scrivere la parola fico, ovvero il frutto, che non può però essere spaventoso se non in un ipotetico b-movie su della frutta aliena e mutante, che vuole invadere la terra, che verrà ovviamente salvata dal mascellone di turno) e poi si trova davanti la visione del poliziotto tarchiatello, che oltretutto ha pure un nome che fa rima col cognome, un nome da film di Totò e Peppino (ed è lo stesso motivo per cui i Chips non mi piacevano: come può essere tuo idolo uno chiamato Ponciarello? in California poi?).
E mentre cercavo di non pensare a quello che non va nella mia vita attuale, pensavo a questo. E uno dei telefilm culto della mia infanzia andava in pezzi nella mia testa.
Mi si è sbriciolato un mito.
* Questo post è inevitabilmente segnato dalla necessità di Mr. Palomino di sfogare la sua cattiveria e acidità repressa in maniera gratuita e forse anche sgradevole su persone ignare e tutto sommato innocenti, ma di cui non gli interessa minimamente, onde evitare di farlo con altre persone (parola inopinatamente usata al plurale) su cui sarebbe meglio indirizzata, ma che forse non se la meriterebbero, o comunque alle quali Mr. Palomino tiene e con le quali non vuole quindi guastare ulteriormente un rapporto già fortemente incrinato.
domenica 17 dicembre 2006
Black heart procession: "Guess I'll forget you"
now you know there's no light on the waves
but before i turn there's just one last word
then i'll try to forget you
now they say there's no light in the caves
and we all know there's no way out
i'll try and forget you
but before i go i must say
that in my heart you'll always be found
always but i'll try to forget you
i guess i'll forget you
but before i turn there's just one last word
then i'll try to forget you
now they say there's no light in the caves
and we all know there's no way out
i'll try and forget you
but before i go i must say
that in my heart you'll always be found
always but i'll try to forget you
i guess i'll forget you
W.H. Auden: "La verità, vi prego, sull'amore..."
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore
Alcuni dicono che l’amore è un bambino
e alcuni che è un uccello
alcuni dicono che fa girare il mondo
e altri che è solo un’assurdità,
e quando ho chiesto cosa fosse al mio vicino
sua moglie si è seccata e ha detto
che non era il caso di fare queste domande.
Può assomigliare a un pigiama
o a del salame piccante dove non c’è da bere?
Per l’odore può ricordare un lama
o avrà un profumo consolante?
È pungente a toccarlo, come un pruno,
o lieve come morbido piumino?
È tagliente o ha gli orli lisci e soffici?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
I libri di storia ne parlano
solo in piccole note a fondo pagina,
ma è un argomento molto comune
a bordo delle navi da crociera;
ho trovato che vi si accenna nelle
cronache dei suicidi,
e l’ho visto persino scribacchiato
sulle copertine degli orari ferroviari.
Ha il latrato di un cane affamato
o fa il fracasso di una banda militare?
Si può farne una buona imitazione
con una sega o con un pianoforte Steinway da concerto?
Quando canta alle feste, è un finimondo?
O apprezzerà soltanto musica classica?
La smetterà quando si vuole un po’ di pace?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
L’ho cercato nei chioschi del giardino
ma lì non c’era mai stato:
ho anche esplorato le rive del Tamigi
e l’aria balsamica delle terme.
Non so cosa cantasse il merlo
o che cosa dicesse il tulipano,
ma certo non era nel pollaio
e nemmeno sotto il letto.
Sa fare delle smorfie straordinarie?
Sull’altalena soffre di vertigini?
Passerà tutto il suo tempo alle corse,
o strimpellando corde sbrindellate?
Avrà idee personali sul denaro?
È un buon cittadino o mica tanto?
Ne racconta di allegre, anche se un po’ audaci?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
Quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre mi sto grattando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,
o là sull’autobus mi pesterà un piede?
Arriverà come il cambiamento improvviso del tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
Alcuni dicono che l’amore è un bambino
e alcuni che è un uccello
alcuni dicono che fa girare il mondo
e altri che è solo un’assurdità,
e quando ho chiesto cosa fosse al mio vicino
sua moglie si è seccata e ha detto
che non era il caso di fare queste domande.
Può assomigliare a un pigiama
o a del salame piccante dove non c’è da bere?
Per l’odore può ricordare un lama
o avrà un profumo consolante?
È pungente a toccarlo, come un pruno,
o lieve come morbido piumino?
È tagliente o ha gli orli lisci e soffici?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
I libri di storia ne parlano
solo in piccole note a fondo pagina,
ma è un argomento molto comune
a bordo delle navi da crociera;
ho trovato che vi si accenna nelle
cronache dei suicidi,
e l’ho visto persino scribacchiato
sulle copertine degli orari ferroviari.
Ha il latrato di un cane affamato
o fa il fracasso di una banda militare?
Si può farne una buona imitazione
con una sega o con un pianoforte Steinway da concerto?
Quando canta alle feste, è un finimondo?
O apprezzerà soltanto musica classica?
La smetterà quando si vuole un po’ di pace?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
L’ho cercato nei chioschi del giardino
ma lì non c’era mai stato:
ho anche esplorato le rive del Tamigi
e l’aria balsamica delle terme.
Non so cosa cantasse il merlo
o che cosa dicesse il tulipano,
ma certo non era nel pollaio
e nemmeno sotto il letto.
Sa fare delle smorfie straordinarie?
Sull’altalena soffre di vertigini?
Passerà tutto il suo tempo alle corse,
o strimpellando corde sbrindellate?
Avrà idee personali sul denaro?
È un buon cittadino o mica tanto?
Ne racconta di allegre, anche se un po’ audaci?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
Quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre mi sto grattando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,
o là sull’autobus mi pesterà un piede?
Arriverà come il cambiamento improvviso del tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
Ditemi la verità, vi prego, sull’amore.
mercoledì 13 dicembre 2006
Chi ben comincia è a metà dell'opera
Il nuovo romanzo di Douglas Coupland si chiama "JPOD" (qui trovate una bella recensione che spiega meglio di come potrei fare io perché sia un grande scrittore) e, come altri suoi libri ha un incipit (oddio... forse è più corretto dire che si tratta dell'incipit della prima parte, dopo alcune pagine introduttive) formidabile e lapidario:
"Oh, Dio. Mi sento come un superstite di un romanzo di Douglas Coupland"
"Quello stronzo."
Lo chiamerò Ryan
Oggi entra in banca una cliente, giovane, poco più di ventanni, molto bella, simpatica, massì diciamolo... la mia cliente preferita, con gli unici difetti di essere prossima al matrimonio e soprattutto ancor più prossima al parto (ebbene sì: è incinta! ... ma non sono stato io!).
Torniamo a noi. Entra e, dopo qualche frase di circostanza, iniziamo a parlare, le chiedo come va e quando nascerà il bambino...
.
Torniamo a noi. Entra e, dopo qualche frase di circostanza, iniziamo a parlare, le chiedo come va e quando nascerà il bambino...
A: Dovrebbe nascere a fine gennaio o al massimo all'inizio di febbraio.Non è più la mia cliente preferita....
B: Fantastico, ma sapete già se è un maschio o una femmina?
A: E' un maschietto.
B: Bello, allora avrete già deciso il nome immagino.
A: Lo chiamerò Ryan
B: Ah... però... ma è... per il tipo di O.C.?
B: Eh eh... sì per lui.
B: Immaginavo, ho delle amiche che mi fanno una testa così per quel telefilm, bè sono contento per voi, e comunque auguri anche per Natale se non ci vediamo più.
.
lunedì 11 dicembre 2006
Fiducia
(Se mai lo leggesse, questo post è in particolare per una persona che ama i gatti e dovrebbe avere un po' più di fiducia in se stessa)
venerdì 8 dicembre 2006
Umberto Fiori: "Strettoie"*
In tanti vanno, lungo il marciapiede,
continuamente. S'incrociano e si scansano,
rallentano e poi avanti. Filano, scorrono
svelti e tranquilli, finché
di qua c'è un mucchio di assi, di là
un rimorchio di camion.
Soltanto uno ci passa.
Uno soltanto: ma chi?
Ogni volta ti incanti,
prima di entrare.
Rimani lì a pensarci
una vita.
Dall'altra parte la gente arriva spedita,
s'infila nella strettoia. Tu le fai ala
come una folla al suo sovrano.
Con un mezzo sorriso
ti fai da parte, lasci che sfili
un cane
che tira una signora,
poi un tizio che viene
dietro di lei, deciso; ti sporgi appena
e subito rientri,
fai largo a un altro con una moto.
Guardali come sono calmi, sereni,
mentre ti passano di fronte
senza parlare, con gli occhi fissi nel vuoto,
ognuno un sole che sorge.
Beati, indifferenti:
sembrano dèi.
Tu invece lì, sull'attenti,
mastichi amaro.
Cos'è, rancore
quello che ti prende
ogni volta? Che torto ti hanno fatto?
Passare tu, volevi,
al posto loro?
No, non è questo.
Né tu, né gli altri. In quel passaggio stretto
vorresti che nessuno avesse cuore
di penetrare;
che durasse per sempre
e per tutti quell'attimo di scrupolo,
di esitazione;
che soltanto a vederlo, quel sentiero
sacrificato, in mezzo a due transenne,
le persone restassero impietrite
da un infinito rispetto.
Allora, fermi a un imbocco
e all'altro della strettoia,
mille volte ripetere l'invito
- prego, si accomodi! -
e mille volte regalarci il mondo
con gli occhi e con le mani, e mille volte
rifiutare, e invitarci, finché l'asfalto
che ci separa, a furia di cerimonie
si spacchi, e l'erba in mezzo ricresca alta
come se mai
ci fosse passato un uomo.
*da "Tutti", Marcos y Marcos, 1998
continuamente. S'incrociano e si scansano,
rallentano e poi avanti. Filano, scorrono
svelti e tranquilli, finché
di qua c'è un mucchio di assi, di là
un rimorchio di camion.
Soltanto uno ci passa.
Uno soltanto: ma chi?
Ogni volta ti incanti,
prima di entrare.
Rimani lì a pensarci
una vita.
Dall'altra parte la gente arriva spedita,
s'infila nella strettoia. Tu le fai ala
come una folla al suo sovrano.
Con un mezzo sorriso
ti fai da parte, lasci che sfili
un cane
che tira una signora,
poi un tizio che viene
dietro di lei, deciso; ti sporgi appena
e subito rientri,
fai largo a un altro con una moto.
Guardali come sono calmi, sereni,
mentre ti passano di fronte
senza parlare, con gli occhi fissi nel vuoto,
ognuno un sole che sorge.
Beati, indifferenti:
sembrano dèi.
Tu invece lì, sull'attenti,
mastichi amaro.
Cos'è, rancore
quello che ti prende
ogni volta? Che torto ti hanno fatto?
Passare tu, volevi,
al posto loro?
No, non è questo.
Né tu, né gli altri. In quel passaggio stretto
vorresti che nessuno avesse cuore
di penetrare;
che durasse per sempre
e per tutti quell'attimo di scrupolo,
di esitazione;
che soltanto a vederlo, quel sentiero
sacrificato, in mezzo a due transenne,
le persone restassero impietrite
da un infinito rispetto.
Allora, fermi a un imbocco
e all'altro della strettoia,
mille volte ripetere l'invito
- prego, si accomodi! -
e mille volte regalarci il mondo
con gli occhi e con le mani, e mille volte
rifiutare, e invitarci, finché l'asfalto
che ci separa, a furia di cerimonie
si spacchi, e l'erba in mezzo ricresca alta
come se mai
ci fosse passato un uomo.
*da "Tutti", Marcos y Marcos, 1998
mercoledì 6 dicembre 2006
L'isola deserta, parte I
L'altro giorno, mentre stavo riordinando ha fatto capolino da un mucchio informe di carte, cartacce, cartoline e chissà che altro una lista di libri da isola deserta che avevo buttato giù un po' di tempo fa: insomma una di quelle cose malsane che tutte le persone più o meno sane di mente ogni tanto fanno, e al quale il Nick Hornby di "Alta fedeltà" ha pure dato dignità letteraria.
Leggendola mi è venuta voglia di aggiornarla, ampliandola e facendo sostanzialmente una lista di cinquanta romanzi, racconti e affini che metterei in una valigia (molto capiente) dovendo andare sull'ipotetica isola deserta (lista puramente soggettiva e suscettibile di modifiche causa dimenticanze e future letture of course).
- Alessandro Baricco - Castelli di rabbia
- Bruce Chatwin - In Patagonia
- Bruce Chatwin - Le vie dei canti
- Daniel Pennac - Il paradiso degli orchi
- Daniel Pennac - Signor Malaussène
- David Foster Wallace - La scopa del sistema
- David Peace - Millenovecento83
- Dino Buzzati - Il deserto dei tartari
- Douglas Coupland - Generazione X
- Douglas Coupland - Microservi
- Ernest Hemingway - Fiesta
- Ernest Hemingway - I 49 racconti
- Francis Scott Fitzgerald - Il grande Gatsby
- Franz Kafka - Il castello
- Gabriel Garcia Marquez - Cent'anni di solitudine
- Hanif Kureishi - Il Buddha delle periferie
- Haruki Murakami - Norwegian wood
- Heinrich Boll - Opinioni di un clown
- Hermann Hesse - Pellegrinaggio d'autunno
- Irvine Welsh - Trainspotting
- Italo Svevo - La coscienza di Zeno
- Jack Kerouac - Sulla strada
- James Ellroy - American tabloid
- James Joyce - Gente di Dublino
- John Kennedy O'Toole - Una banda di idioti
- Jonathan Franzen - Le correzioni
- Jonathan Safran Foer - Ogni cosa è illuminata
- Matthew Sharpe - Gli Schwartz
- Michel Houellebecq - Le particelle elementari
- Milan Kundera - L'insostenibile leggerezza dell'essere
- Nick Hornby - Alta fedeltà
- Osvaldo Soriano - Triste, solitario y final
- Philip Roth - Ho sposato un comunista
- Philip Roth - Lamento di Portnoy
- Philip Roth - Pastorale americana
- Philip K. Dick - Le tre stimmate di Palmer Eldritch
- Robert McLiam Wilson - Eureka Street
- Simon Winchester - Il fiume al centro del mondo
- Stendhal - Il rosso e il nero
- Thomas Pynchon - V.
- Thomas Pynchon - Vineland
- Tiziano Terzani - Un altro giro di giostra
- Tiziano Terzani - Un indovino mi disse
- Viktor Pelevin - Il mignolo di Buddha
- William Golding - Il signore delle mosche
- Wu Ming 1 - New Thing
- Beppe Fenoglio - Il partigiano Jonny
- Dave Eggers - L'opera struggente di un formidabile genio
- Italo Calvino - Le città invisibili
- John Fante - Chiedi alla polvere
lunedì 4 dicembre 2006
"Podròz w Polsce"
Per tutti quelli che stanno a Sondrio e dintorni venerdì 15 e 22 dicembre, a partire dalle 21:00 presso la "Sala mostre" della biblioteca di Chiuro, si terrà "Podròz w Polsce", mostra fotografica sulla Polonia di un mio amico, Simone Ronzio, che nel paese dell'Est Europa è stato sei mesi tra febbraio e agosto.
Si tratterà di una performance più che di un'esposizione vera e propria, dato che le foto saranno video-proiettate, con sottofondo di musica elettronica, e, se non ho capito male, le immagini saranno proposte in loop per tutta la serata (quindi si può anche arrivare dopo le nove...).
Per cambiare argomento, intanto ridendo e scherzando il post sugli Slint è arrivato a 20 commenti, record dei record per questo miserrimo blog, e soprattutto ci è arrivato senza parlare di loro neppure di striscio. Esticazzi!
Si tratterà di una performance più che di un'esposizione vera e propria, dato che le foto saranno video-proiettate, con sottofondo di musica elettronica, e, se non ho capito male, le immagini saranno proposte in loop per tutta la serata (quindi si può anche arrivare dopo le nove...).
Per cambiare argomento, intanto ridendo e scherzando il post sugli Slint è arrivato a 20 commenti, record dei record per questo miserrimo blog, e soprattutto ci è arrivato senza parlare di loro neppure di striscio. Esticazzi!
venerdì 1 dicembre 2006
Come nei Sims
Non so perché ma questo quadro di Munch ("Sera sul corso Karl Johann") mi fa venire in mente il videogioco dei Sims.
Forse saranno i Sims all'inferno...
Forse saranno i Sims all'inferno...
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